Un’estate di interessanti articoli sulle automobili del futuro. Una serie di interventi di Frederic Filloux esplora il tema da diverse prospettive. Fresco dal master MIT sulle opportunità aperte dall’intelligenza artificiale nel mondo del business, ho trovato di grande interesse “Codice, su ruote”. Ma vale la pena leggere tutti gli interventi.
“Il software avrà un ruolo centrale nella prossima rivoluzione automobilistica. A meno che le case automobilistiche tradizionali non si reinventino rapidamente, i nuovi attori colmeranno il vuoto per fornire un sistema operativo e un ecosistema di applicazioni”
Tesla vs Volkswagen
L’articolo illustra la traiettoria confluente delle società Tech come Apple e Google con quella delle aziende automobilistiche tradizionali. Queste ultime vivono nei vincoli della propria evoluzione e proprio come avrebbe previsto Clayton Christensen si ritrovano irretite negli intrecci del proprio modello di mercato tradizionale.
L’articolo confronta la cultura innovativa di Tesla, profondamente legata al software della Silicon Valley, con quella di Renault e Volkswagen. Non parla solo dell’auto in sé, ma anche di come è organizzato l’intero processo di innovazione. Per dire, nel 2011 Renault e Volkswagen non avevano un solo ingegnere del software interno contro i 300 di Tesla.
“A differenza dell’industria automobilistica tradizionale, dove ogni pezzo di codice è scolpito nella pietra anni avanti, Tesla funziona come una pura società di software. […] Gli sviluppatori attingono dal bucket in base alle priorità: il numero 1 è per le funzioni critiche del veicolo come la gestione dell’alimentazione, la frenata, lo sterzo, le caratteristiche di sicurezza; 2 è per le funzionalità chiave dell’auto; 3 è per le caratteristiche secondarie come i vetri elettrici o gli specchietti retrovisori e 4 è per il resto. A intervalli regolari, i rilasci vengono portati (OTA) all’hardware dell’auto, esattamente come le app vengono aggiornate su uno smartphone”
In una casa automobilistica tradizionale “ogni nuova caratteristica deve sopportare un processo noioso prima di avere la possibilità di vedere la luce del giorno. Una volta documentato in dettaglio, il progetto passa attraverso una serie di incontri in cui viene chiesto alle vendite e al marketing se la caratteristica sarà un selling point per l’auto; poi tutti i responsabili dei sottosistemi devono dare le loro opinioni, vengono convocati i fornitori e ne segue una serie di specifiche. Supponendo che la feature sopravviva a questo lungo percorso, viene messa in cantiere e programmata per il successivo grande upgrade dell’intero modello, verosimilmente a due anni di distanza”.
In effetti penso al display della mia Nissan e comprendo meglio quel senso di presenza inadeguata e vecchia. Il design è stato probabilmente pensato e scolpito nelle Tavole della Legge cinque anni prima.
Un nuovo Sistema Operativo?
L’articolo sviluppa poi tutto il tema del software per le auto, ancora alla ricerca di un Sistema Operativo centralizzato. Il termine chiave è firmware, “un insieme di istruzioni che controlla un particolare pezzo di hardware, come iniettori, gruppo propulsore, anticollisione, finestrini, tergicristalli, ma anche elementi critici di sicurezza come le funzioni di crash”. Il tema è più tecnico e rimando all’articolo. Per la sua posizione avanzata e la sua agilità, Tesla probabilmente otterrà il Sistema Operativo per prima.
Ma tutto questo fa solo da sfondo alla vera sfida sulla grande innovazione nel mercato automobilistico. Ossia la guida autonoma. E qui come al solito entra in gioco Elon Musk con dichiarazioni che accelerano aspettative e creano entusiasmi e scetticismi.
“Sono estremamente fiducioso che il livello 5 si realizzerà e penso che accadrà molto rapidamente. Sono fiducioso che quest’anno avremo le funzionalità di base per il livello 5 di autonomia”.
Elon Musk
Il livello 5
Il livello 5 è quello di massima autonomia del veicolo. Si chiama la macchina e lei ti porta dove vuoi, senza toccare nulla. Come in Supercar per intenderci. In realtà, come nota Azeem Azhar, il livello 5 è una definizione che diamo noi in base al rischio che vogliamo prenderci. Se definiamo che la macchina è autonoma in particolari condizioni siamo nel livello 4.
Ma arrivare al livello 4 vuol dire aver costruito un contesto all’intorno adeguato alle macchine a guida autonoma. Cosa non molto diversa dall’asfaltare gli sterrati per adeguare l’ambiente alle macchine su gomma. Cosa che abbiamo già fatto. Costantemente sviluppiamo tecnologia, ma alteriamo anche il nostro ambiente e i nostri comportamenti per farla funzionare. Progetteremo case in funzione delle evoluzioni di Roomba. Parleremo in modo diverso per farci capire da Siri.
“Elon Musk una volta ha detto che tutti i sensori necessari per la Tesla autonoma di livello 5 sono già integrati nell’auto. […] il principio esiste già con lo smartphone: ogni release importante di iOS o Android risveglia elementi hardware che prima non erano in uso, come i chip legati all’IA”.
Per le macchine vale lo stesso.
“Durante gli uragani del 2017 e del 2019, Tesla ha sbloccato un aumento dell’autonomia dell’8-24% semplicemente inviando comandi ai suoi clienti della Florida desiderosi di fuggire dalla tempesta”
Il Tesla Store?
Il passo successivo è avere l’Apple Store delle funzionalità, aperte alle invenzioni degli sviluppatori. Da un prodotto si passerà a una piattaforma digitalizzata, a un mercato (più o meno) aperto. Cosa avvenuta con il telefono e con molti altri device. La macchina costituirà sicuramente il device digitale più complesso e ricco di funzionalità.
“Uno scenario alternativo futuristico prevede di far arrivare l’auto alla destinazione, per poi lasciare che il pilota automatico la porti al parcheggio a pochi chilometri di distanza”.
Qui torna il tema della costruzione dell’infrastruttura per consentire queste funzioni di livello 4 di cui si parlava prima.
“Questi scenari richiedono che l’auto e le applicazioni telefoniche funzionino senza soluzione di continuità, scambiando dati in tempo reale con le compagnie aeree, l’aeroporto, il sistema di navigazione dell’auto, l’infrastruttura del parcheggio ed eventualmente il pilota automatico”.
Si muove lo Stato…
Come detto, il livello 5 di autonomia per molti è ancora un’utopia difficilmente raggiungibile. Ma il livello 4 è più figlio dell’adeguamento delle infrastrutture esterne che del ripensamento dell’auto. Bloomberg ci racconta che “lo Stato del Michigan ha annunciato un’iniziativa per esplorare lo sviluppo di un tratto di strada di oltre 40 miglia dedicato ai veicoli collegati e autonomi tra le città di Ann Arbor e Detroit”.
Le case automobilistiche spostano l’asse dei test verso Detroit, quando al momento tutto è centrato sulla California.
“Il progetto sarà guidato da Cavnue, una sussidiaria di Sidewalk Infrastructure Partners, e sarà supportato da un comitato consultivo che comprende General Motors Co., Ford Motor Co. e Toyota Motor Corp., oltre a startups di guida autonoma Argo AI e Waymo di Alphabet Inc”.
“Stiamo facendo i primi passi per costruire l’infrastruttura che ci aiuterà a testare e distribuire le auto del futuro”, ha detto il governatore del Michigan Gretchen Whitmer in una dichiarazione.
La sfida è ancora aperta. Saranno le case automobilistiche a sviluppare il proprio Sistema Operativo e a recuperare il gap digitale e/o i Tech Giants prenderanno il sopravvento?