Barconi, Robot e Google Translate. Il futuro del lavoro e la rivoluzione digitale

Appena finito di leggere il bel “The Globotics Upheaval” di Richard Baldwin magistralmente costruito per inquietare il lettore per la quasi totalità del tempo e poi per rimotivarlo (richiamando Agile e Lean!) nelle ultime pagine. L’autore infatti ci dice che mentre stiamo a dibattere su barconi di disperati, il futuro del lavoro è a rischio in ben altri modi. Che poi sono essenzialmente due.

The Globotics Upheaval

1. Robot alla conquista del mondo

Il primo è il robot che farà sempre più cose che oggi fanno le persone. Ma questo in qualche modo è sempre successo con la tecnologia. Eppure la velocità è tale da non permettere un veloce nascere di nuove occupazioni. Artificial Intelligence e Machine learning hanno ritmi impressionanti. Se non porteranno facilmente alla famosa singularity che ci vedrà soccombere come specie, sicuramente però creerà contraccolpi, se non rivolte di stampo ottocentesco.

2. Immigrati a casa loro

La seconda fonte di preoccupazione per i nostri colletti bianchi viene invece da degli esseri umani. In questo caso da immigrati. Ma immigrati che non si muovono da casa. Il trenta per cento dei lavoro di ufficio in UK sembra infatti eseguibile con buoni risultati da vietnamiti che non conoscono una parola di inglese, ma che sfruttano Google Translate. Il resto delle considerazioni è facile da fare.

Questa mi è arrivata ieri dal Pakistan dal simpatico e determinato Asim.

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Robot più telemigrants fanno i Globotics del titolo che combinati insieme fanno crisi e rivolte in Occidente.

Luddisti
Luddisti all’opera

Come difendersi?

Qua arriva il finale confortante, almeno per qualcuno…

Da una parte si tratta di non subire i Globotics, ma di diventare attori della loro crescita. Sapendoli usare per far evolvere la propria professione. Studiando. Circondandosi di persone capaci di ibridare le nostre competenze di mercato con le nuove tecnologie. E qui in Italia siamo un po’ carenti come mostra questa ricerca OCSE.

Analisi OCSE
Skills Outlook Scoreboard

https://d110erj175o600.cloudfront.net/wp-content/uploads/2019/05/Skills-Outlook-Italy-IT.pdf

Braccia, cervello e cuore

Poi Baldwin aggiunge però un altro aspetto. Prende in considerazione varie ricerche sul tema e arriva a una conclusione.

Se tra Ottocento e Novecento si è trattato di un passaggio dalle braccia alle teste, in cui macchine e tecnologia sostituivano la forza e il lavoro manuale con testa e cervello, oggi c’è un altro cambiamento in atto. È quello dalle teste ai cuori.

Quello che i computer e gli immigrati digitali non potranno fare è gestire la parte empatica delle nostre attività. Relazioni, emozioni, lavoro in team. La social intelligence e le competenze che appartengono ai leader agili e snelli. Perché proprio Agile management e Lean Thinking hanno tutto questo alla base.

Il futuro del lavoro tra Agile e Lean

Non a caso in gran parte di nostri progetti prevale la capacità di gestire questa complessità relazionale. Si tratta di trasformare possibili conflitti in dialoghi. Spostarsi da risorse orientate alla difesa di orticelli e di aree di potere verso team capaci di costruire sul valore di ognuno. Con metodo, strumenti e cuore, come direbbe Baldwin.

Se ciò non salverà tutti i lavori, certo aiuterà ognuno di noi a rendere le nostre occupazioni di maggior valore per il mercato e ad assicurarci un percorso meno sconfortato verso il futuro.

By stefanoschiavo