Nel 1984 lo psicologo dell’educazione Benjamin Bloom pubblicò un paper rivoluzionario intitolato “The 2 Sigma Problem”, in cui dimostrò che gli studenti che ricevevano formazione sotto forma di tutoraggio individuale superavano il 98% degli studenti nelle classi tradizionali. Questo però risulta costoso e difficile da implementare su larga scala e per questo Bloom pose una sfida ai ricercatori e agli educatori. Come possiamo offrire a tutti i vantaggi del tutoraggio individuale?
Quarant’anni dopo, con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale generativa, siamo finalmente sul punto di risolvere questo enigma. Come sottolinea Ethan Mollick, l’AI non è da considerarsi solo uno strumento tecnologico, ma piuttosto una co-intelligence – un partner nell’apprendimento che può adattarsi, rispondere e guidare in modo personalizzato ogni studente.
L’Apocalisse dei compiti a casa
L’avvento dell’AI generativa sta già silenziosamente rivoluzionando il panorama educativo. Mollick descrive quello che potremmo chiamare l’Apocalisse dei compiti a casa. Infatti molti dei compiti che normalmente gli studenti svolgono nel dopo scuola possono ora essere demandati istantaneamente all’AI, mettendo in discussione i metodi di valutazione tradizionali.
Questo cambiamento porta con sé delle implicazioni molto interessanti. Mentre l’AI può fornire risposte immediate a molte domande, diventa ancora più importante per gli studenti sviluppare competenze fondamentali come il pensiero critico, la risoluzione creativa dei problemi e l’apprendimento autonomo. L’obiettivo si sposta dall’accumulo di informazioni alla capacità di utilizzare, interpretare e sintetizzare le conoscenze.
Un tutor AI personale
Immaginiamo un futuro non troppo lontano dove ogni studente ha accesso a un tutor AI personale, disponibile 24/7 per rispondere a domande, fornire spiegazioni su misura e adattarsi continuamente al ritmo di apprendimento individuale. Questo scenario sta già diventando realtà con piattaforme come Khan Academy e il suo assistente AI, Khanmigo. In questo nuovo paradigma, assume significato il concetto di classe capovolta (flipped classroom). Gli studenti possono apprendere i concetti base a casa guidati dal loro tutor AI, mentre il tempo in classe viene ottimizzato per attività pratiche, discussioni tematiche e apprendimento collaborativo facilitato dall’insegnante umano.
Anche in Sharazad abbiamo provato a costruire una “lezione aumentata” che integrasse strumenti di AI generativa per potenziare l’insegnamento tradizionale. Come prima cosa, abbiamo costruito dei veri e propri “ospiti virtuali” che intervenissero all’inizio della lezione, creati con tool come Heygen o Synthesia. L’obiettivo era di stimolare il dibattito e fornire diversi punti di vista sulla tematica in questione. Ma non ci siamo fermati qui, perchè abbiamo pensato anche ad un assistente AI vocale realizzato tramite chatGPT da inserire durante la lezione, in grado di offrire approfondimenti in tempo reale e supportare il lavoro di gruppo.
I principi che stanno trasformando l’educazione accademica possono essere applicati con grande efficacia anche nel contesto della formazione aziendale. Immaginate un nuovo assunto che ha accesso immediato a un coach AI personalizzato. Avrà la possibilità di essere guidato attraverso le complessità del suo nuovo ruolo, avere supporto continuo adattandosi alle specifiche esigenze di apprendimento.
L’implementazione dell’AI nella formazione aziendale offre opportunità senza precedenti, ogni dipendente può seguire un percorso di apprendimento su misura, ottimizzato per le sue competenze, obiettivi e stile di apprendimento. Si possono generare scenari di formazione complessi e realistici in modo da permettere ai dipendenti di fare pratica in un ambiente sicuro prima di affrontare situazioni reali, oltre ad avere un monitoraggio continuo delle performance e dei gap di competenze, suggerendo percorsi di formazione mirati.
Il ruolo dell’istruttore
Con l’AI che si occupa di molti aspetti della formazione di base, il ruolo dell’istruttore umano evolve. Da semplice dispensatore di conoscenze, il formatore diventa un facilitatore, un mentore, un progettista di esperienze di apprendimento. Il tocco umano rimane insostituibile per guidare discussioni complesse, stimolare il pensiero critico, fornire contesto, ispirazione e motivazione.
L’integrazione dell’AI permette anche un nuovo approccio alla valutazione. Ad esempio, un sistema di AI generativa potrebbe creare delle sfide – challenge – personalizzate basate sulla lezione svolta, con gli studenti che forniscono risposte aperte valutate automaticamente dall’AI stessa, sulla base di criteri che possono essere decisi dal docente. Così facendo, si avrà la possibilità di ricevere feedback dettagliati istantaneamente. L’istruttore/docente viene sgravato del compito di “correttore”, quindi di esecutore materiale, mantenendo però la responsabilità della supervisione, declinata nella scelta dei criteri valutativi.
Per Mollick l’AI ha il potenziale per essere un grande equalizzatore, rendendo accessibile un’istruzione di alta qualità a chiunque, ovunque. Questo vale tanto per l’educazione accademica quanto per la formazione professionale. Aziende di ogni dimensione potranno finalmente offrire ai propri dipendenti opportunità di sviluppo prima riservate solo alle grandi corporazioni con budget formativi milionari. Ma l’integrazione dell’AI generativa nell’apprendimento non è solo un’opportunità, ma una necessità per rimanere competitivi in un mondo in rapida evoluzione. La cosa fondamentale sarà guidare questo cambiamento in modo etico e inclusivo, assicurandosi che la tecnologia amplifichi senza sostituire le capacità umane.
Il momento di agire è ora. È importante iniziare valutando le attuali pratiche di formazione e identificando le aree dove l’AI potrebbe avere il maggiore impatto. Sperimentare con piattaforme di formazione basate su AI, magari iniziando con progetti pilota in dipartimenti selezionati, può fornire preziose intuizioni. Creare una cultura di apprendimento continuo, dove l’AI è vista come un alleato nel percorso di crescita professionale, può fare la differenza nel lungo termine.
Il futuro dell’apprendimento è qui, ed è co-creato da umani e AI. Come ci ricorda Mollick nel suo libro “Co-Intelligence”, prepariamoci ad abbracciarlo, con entusiasmo e responsabilità.