Business Model Challenge – Il Caso Spotify

Come si può descrivere il Business Model Canvas di un’azienda come Spotify? In questa pagina ci limitiamo all’evoluzione dal 2006 al 2019 così come descritta in The Invincible Company di Alex Osterwalder. Prendendo spunto da quanto raccontato qui, è possibile tentare la sfida del Business Model Challenge relativo all’azienda.

The Invincible Company
The Invincible Company

La Storia

Nel 2006, Spotify lancia un servizio di musica online gratuito per competere contro la musica liberamente disponibile e pirata. La sua principale fonte di reddito proviene dagli utenti che passano a un abbonamento premium. 

Spotify è una piattaforma di streaming musicale che permette agli utenti di accedere a un ampio catalogo di musica. Utilizza un modello di revenue “freemium” che offre un servizio di base, limitato, ad-supported e gratuito e un servizio premium illimitato a pagamento. Spotify fa grande affidamento sui suoi algoritmi musicali e sulla sua comunità di utenti e artisti per mantenere attrattiva la sua esperienza premium.

La sua base di abbonati premium è cresciuta dal 10% del totale degli utenti nel 2011 al 46% nel 2018. Fin dall’inizio Spotify si è vista come un’alternativa legale alla musica pirata e all’acquisto di canzoni a pagamento su iTunes. Spotify paga una parte significativa delle sue entrate sotto forma di royalties alle etichette musicali. Dal suo lancio nel 2006 ha pagato quasi 1 miliardo di dollari di royalties.

L’azienda ha accelerato il passaggio dal download di musica allo streaming e ha frenato lo sviluppo di iTunes di Apple. Per la prima volta nella storia dell’azienda, Spotify ha realizzato un profitto nel 2019. 

Il percorso

Un’enorme base utenti

La prima azione evidente nell’impostazione di Spotify è lo sviluppo di un’enorme base utenti attraverso un servizio gratuito. Il servizio di streaming musicale gratuito di Spotify offre agli utenti l’accesso a un catalogo di milioni di canzoni. Il servizio gratuito ha funzionalità di base e gli utenti devono ascoltare i messaggi degli inserzionisti che sovvenzionano parzialmente il servizio gratuito. 

Conversioni

Spotify ha avuto un grande successo nella conversione di utenti free in utenti a pagamento. Il suo servizio premium ha caratteristiche aggiuntive e rimuove la pubblicità. Nel 2018, il 46% degli utenti di Spotify erano utenti premium, che generavano il 90% delle sue entrate totali. 

Retention and Churn

Come in qualsiasi modello di abbonamento, il valore nel ciclo di vita di un utente (LTV) – quanto Spotify può ricavare da un utente nel tempo – aumenta in proporzione con il mantenimento (retention) degli utenti. Questa si chiama gestione dell’abbandono dei clienti (churn rate). Nel primo semestre del 2019, il tasso di abbandono degli abbonamenti premium di Spotify è sceso al minimo storico del 4,6%.

Free vs Premium

Spotify paga alle etichette discografiche quasi il 52% delle entrate generate da ogni flusso. Oltre l’85% della musica trasmessa da Spotify appartiene a quattro etichette discografiche: Sony, Universal, Warner e Merlin. Nel 2018, Spotify pagava 3,5 miliardi di euro di royalties per gli utenti premium e 0,5 miliardi di euro per gli utenti free, il che equivale al 74% dei costi complessivi.

Premium al centro

La particolarità del modello freemium è che bisogna essere in grado di coprire i costi degli utenti gratuiti e a pagamento. La base utenti di Spotify cresce fino a superare i 248 milioni di utenti nel 2019 per i quali è necessario pagare le royalties. Di questi utenti, il 54% consuma musica (limitata) gratuitamente.

La sfida

Avendo letta tutta la descrizione, è possibile ora superare la sfida del Business Model Challenge dedicato a Spotify.

Vai alla sfida.