L’AI come feature o soluzione?

Partiamo con una domanda. Le aziende sono realmente pronte a integrare l’AI efficacemente nelle loro attività?

La GenAI può essere vista in due modi. L’AI come feature o come soluzione.

Come una “feature” significa che arricchisce ciò che già esiste, mentre come una “soluzione” si intende che rivoluziona interi modelli operativi.

Come possono adottarla per ottenere il massimo del valore? Per farlo è necessario comprendere queste opzioni in modo da utilizzare questa tecnologia nel modo più efficace possibile.

L’AI INTESA COME FEATURE

Parliamo della GenAI come feature. Considerarla tale significa aggiungere nuove funzionalità a prodotti o servizi esistenti per ottimizzare ad esempio la gestione dei dati, migliorare i processi di assistenza clienti o supportare le analisi di mercato, incrementando la produttività. In questo modo, l’AI non stravolge il modello operativo, al contrario, lo potenzia.

È l’integrazione silenziosa e naturale di nuove capacità in strumenti che già conosciamo. Quando Microsoft ha collaborato con OpenAI per integrare l’AI generativa nella suite Microsoft365 ha reso queste piattaforme più potenti e versatili senza cambiare il modo in cui gli utenti utilizzano Word o Excel.

Durante il loro utilizzo ora è possibile ottenere suggerimenti, riassunti e analisi linguistiche più approfondite diventando così un assistente che permette di lavorare in modo più efficiente.

Questo è il vero potere dell’AI come “feature”, potenziare le capacità umane senza dover stravolgere ogni cosa.

L’AI INTESA COME SOLUZIONE

Il secondo approccio è quello di vedere l’AI generativa come una “soluzione”.

In questo caso diventa il centro di una trasformazione profonda non limitandosi unicamente ad arricchire un prodotto già esistente.

Questo approccio implica il ripensare l’operatività aziendale trasformando processi, modelli di business e interazioni con i clienti. Un case study è IKEA.

Utilizzando l’AI è riuscita ad offrire un servizio di progettazione degli interni personalizzato ridisegnando il rapporto tra consumatore e arredamento, grazie a soluzioni su misura per le preferenze di ciascuno.

Grazie a queste nuove funzionalità, l’AI si dimostra essere una forza trainante che ridefinisce il valore e il posizionamento dell’azienda sul mercato.

I TRE DIVERSI LIVELLI DELLA GENAI

Azeem Azhar suggerisce che la GenAI può essere utilizzata su tre livelli.

Il primo livello riguarda l’efficienza operativa.

Questa consiste nel migliorare le operazioni esistenti riducendo i costi grazie all’automazione di attività ripetitive, come i chatbot per il servizio clienti o l’inserimento automatizzato di dati. Questo rappresenta il cosiddetto ‘toil’, ovvero l’eliminazione di lavori ripetitivi e a basso valore aggiunto.

Il secondo livello riguarda il miglioramento delle attività esistenti.

Permette di fare ciò che già si fa ma in modo migliore. Per esempio automatizzando i test del software per ridurre i costi e migliorare la qualità complessiva del prodotto.

Due esempi pratici per questo livello sono l’utilizzo di AI per la gestione automatica della qualità nei processi produttivi e l’analisi predittiva per ottimizzare la supply chain e ridurre gli sprechi.

Il terzo livello riguarda la possibilità di fare cose completamente nuove che vanno dalla creazione di nuovi prodotti e servizi al ripensamento dei processi aziendali da zero.

Ridefinire l’intera operatività, ripensando anche i processi esistenti in modo innovativo per generare valore oltre che per abilitare esclusivamente nuovi modelli di business.

L'AI COME FEATURE O SOLUZIONE?


Analizzando nel dettaglio, il primo e il secondo livello sono spesso collegati a un utilizzo dell’AI come feature in quanto un’azienda può ridurre i costi operativi grazie all’automazione di attività come la gestione delle scorte o l’elaborazione dei dati contabili.

Allo stesso modo, l’AI può migliorare la qualità e l’efficienza dei processi già esistenti ad esempio ottimizzando le risposte del servizio clienti tramite chatbot o perfezionare la catena di produzione con analisi predittive.

Il terzo livello è quello più vicino al concetto di ‘soluzione’ se viene inteso come fare cose che non erano possibili prima, aprendo a nuove opportunità di business e a un nuovo modo di operare.

Questo può avvenire attraverso la creazione di nuovi prodotti o servizi, oppure con l’introduzione di soluzioni straordinarie per migliorare l’efficienza interna e sviluppare sistemi di controllo innovativi.

È NECESSARIO FARE LA SCELTA GIUSTA

La scelta tra feature e soluzione dipende dall’ambizione dell’azienda, ovvero dal desiderio di crescere e innovare, e dalla sua propensione al cambiamento, intesa come capacità di adattarsi e affrontare nuove sfide strategiche per generare valore, sia esterno che interno.

La base è uguale per tutti, nel senso che ogni nuovo approccio presenta delle sfide. Adottare l’AI generativa come feature richiede una formazione adeguata e un intervento umano costante per garantire la qualità dei risultati. Non basta integrare nei propri sistemi, anzi.

È fondamentale saperla utilizzare in modo strategico per potenziare le capacità. Invece, quando l’AI è adottata come soluzione le sfide sono più complesse. Non si tratta solo di apprendere nuovi strumenti ma di ridefinire processi, sviluppare competenze e gestire il cambiamento in maniera proattiva.

Un’azienda potrebbe rivedere la struttura operativa per includere nuove figure esperte di AI o ripensare il flusso di lavoro per sfruttare al meglio le sue capacità.

Questo richiede un approccio olistico che coinvolga tutta l’organizzazione, dai livelli operativi alla leadership, con una visione chiara per guidare le persone e fare dell’IA un vero alleato.

L’AI come feature o soluzione?

Ogni azienda deve capire da dove partire, quali sono gli obiettivi e quale livello di cambiamento è disposta ad abbracciare. Siamo pronti a fare dell’AI il motore di una nuova visione del futuro, o ci accontentiamo di usarla solo per piccoli miglioramenti?

By nahuel