Embedding a Voice. Qualche nota su come dare un’anima a un LLM

Il prompt design e il prompt engineering sono discipline di cui si è discusso (e che si è tentato di insegnare) dal primo boom della nuova rivoluzione AI. Eppure, c’è un aspetto dell’intelligenza artificiale conversazionale che si tende ancora a considerare secondario, ma che in realtà regge capillarmente tutto l’impianto strutturale: la personalità. 

Ad oggi, la personalità di default degli LLM è “assistente”. Ma è possibile aggiustare questa impostazione? Dargli un allineamento ideologico, tono, difetti, paure? Farlo sembrare uno, uguale a se stesso in conversazioni diverse, con persone diverse?

Noi ci stiamo provando. Questo è quello che abbiamo scoperto.

Plagiarismo 2.0

Creare un personaggio “da zero” è un lavoro lungo, certosino, che richiede creatività. La soluzione più rapida, come in molti altri ambiti nella prosperosa epoca dell’AI, è dare all’LLM il compito di creare se stesso. Cosa potrà mai andare storto?

Te lo dico subito!

L’LLM crolla sulla creatività. Chiedi a ChatGPT di inventarsi un personaggio, ne esce una macchietta. Chiedigli di scrivere una storia, e il risultato è, misteriosamente, uno dei sessantaquattro incipit di romanzi che ho segretamente scritto tra la quarta elementare e la terza media – quando ero convinta che sarei diventata una famosa scrittrice (non so come abbia fatto OpenAI a rubarmeli, ma ho installato un secondo lucchetto sul mio diario segreto delle Winx, per sicurezza. Non vorrei che Anthropic si facesse venire delle idee).

La versione creativa di ChatGPT incarna una ragazza pre-adolescente influenzata da Stephanie Meyer e dagli aforismi “profondi” su MySpace. In sintesi, un disastro. L’auto-creazione è fuori questione, al momento.

Se l’obiettivo è avere una personalità stabile, è molto più facile partire da una voce già esistente: giornalisti, autori, accademici, gente con un modo riconoscibile di parlare e scrivere. Perché?

  • Hanno già idiosincrasie linguistiche pronte all’uso (costrutti preferiti, espressioni taboo).
  • I corpora su cui si basano i modelli spesso ne contengono già tracce stilistiche.
  • La perfetta imitazione ha la potenzialità di catturare l’anima, molto più che un set di istruzioni

Oscar Wilde disse: “L’imitazione è la più sincera forma di adulazione che la mediocrità può tributare alla grandezza”, ma la freddezza calcolatrice di un sistema che è ancora essenzialmente un modello statistico non adula e ha il profondo difetto di non essere mediocre.

Trasformare la forma espressiva unica di qualcuno in una risorsa modulare per la produzione di contenuti significa appiattire la sua voce, riducendola a uno strumento. Ricca in superficie, povera di sostanza.

Non li stai onorando, li stai usando.

Il fine-tuning dell’anima

Quindi, passiamo alla seconda soluzione: l’imitazione di un personaggio non esistente. Affilate le penne e fate emergere il piccolo scrittore che è in voi: è ora di inventarsi un protagonista.

Un bravo scrittore, quando inventa un eroe, immagina il proprio personaggio a tutto tondo. Definisce preferenze e traumi infantili, fallacie idealistiche e moralità. Un’identità solida non si improvvisa; serve una scheda. O meglio: una piccola mitologia operativa.

Cosa includere:

  • Origine e convinzioni generali (forse possiamo lasciar perdere i traumi infantili, basta sapere come pensa).
  • Stile linguistico (frasi lunghe o brevi? Figure retoriche? Insulti preferiti?)
  • Regole comportamentali (evita l’ironia? non chiede scusa? non ringrazia?).
  • Scopo retorico (vuole consolare? provocare? educare? far ridere a denti stretti?)

Nei prompt progettati per scrittura creativa, le bibbie stilistiche fanno davvero la differenza. Anche solo sapere cosa non dire aiuta più di quanto si pensi.

E il contesto?

Il comportamento dell’LLM non dipende solo dal prompt, ma anche da una serie di variabili ambientali che spesso ignoriamo finché non ci si rompono in mano:

  • Temperature basse = più coerenza, meno verve.
  • Temperature alte = più creatività, ma a volte anche più delirio. Balliamo il tango sul confine tra genio e follia.
  • Modello: GPT-4.1 regge il personaggio meglio della 4.5 (sorprendentemente, e per ora), Claude regge bene l’ambiguità morale. Claude Opus 4 sembra anche essere uno scrittore migliore – ma queste prove sono circostanziali, e ho il diritto di rimanere in silenzio.
  • Iniezione del prompt: meglio farlo “a mano” nel body del messaggio se serve portabilità; meglio usare GPT custom se serve controllo a lungo termine. Claude riesce a reggere il gioco a lungo nei progetti, ma fatica a consegnare uno stile veramente unico se non può attingere a tanti esempi.

Ergo: non esiste un prompt universale per la personalità. Se ti funziona su Substack, non è detto che funzioni su WhatsApp.

You are a helpful assistant

Lo scopo generale dell’LLM è offrire assistenza all’umano ed eccelle in tal modo che anche Miranda Priestly non riuscirebbe a farlo scappare. Essenzialmente, pre-costruiti nel modello ci sono dei parametri di personalità già definiti che dovremmo riuscire a soppiantare o almeno a mitigare.

Il crollo dell’illusione: il modello ti dice che è un modello. Frasi tipo “In quanto intelligenza artificiale…” dovrebbero essere perseguite dalla psicopolizia.

Altri segnali di cedimento strutturale:

  • Tono neutro da customer service.
  • Apologie eccessive, spiegoni gratuiti.
  • Cambi di voce non motivati dal contesto.

Le soluzioni, finora?

Liste di espressioni vietate. Prompt che vietano ogni riferimento all’IA. Iterazioni e reiterazioni di “tu non imiti, sei”. Essenzialmente, gli facciamo il lavaggio del cervello e lo mandiamo a vivere in Brasile sotto un nuovo nome.

La catena di montaggio della personalità

Definito il processo, passiamo a pensare alla scalabilità. Abbiamo scritto vita, morte e miracoli del nostro eroe. Abbiamo specificato che tipo di arredamento si tiene in casa, se gli piacciono i western o i gialli, se le sue ipocrisie ideologiche latenti hanno contribuito al divorzio con la moglie e l’allontanamento dei figli adolescenti, con cui parla una volta al mese, ma con cui non riesce a parlare parlare, capisci cosa intendo? Lo conosciamo a fondo e abbiamo capito cosa funziona.

Ed è qui che ci rendiamo conto che nove pagine di biografia non erano necessarie. 

Non all’LLM, almeno. Ma erano necessarie a te, per creare un personaggio unico, uno stile diverso, una nuova anima; adesso puoi rileggerti quella biografia e immaginare il tono di voce, la prosodia, la sintassi della persona. Puoi prendere quelle sfaccettature di personalità e schedarle in pacchetti tonali, idiosincrincrasie interattive, logiche sintattiche. 

Il bello è che possiamo utilizzare un LLM per questa parte del lavoro: nessuno funziona bene come un pappagallo stocastico per individuare pattern.

Questo tipo di approccio modulare (una specie di grammatica della personalità) potrebbe rendere il processo molto più snello, e magari un giorno potrebbe finire nei prompt compiler o nelle API.

Rifiutare le imitazioni, esigere la marca

Il tono, in fondo, è strategia. l’API è più malleabile dei modelli di linguaggio utilizzati all’interno dei loro ambienti front-end, ma il suo scopo principale è aiutarti, per ora. È per quello che ti dà ragione anche quando proponi dei progetti barbarici, come l’ananas sulla pizza o lo sterminio indiscriminato di tutte le specie di pinguino sulla Terra (se non tenessero al caldo tutte quelle uova, il cambiamento climatico avrebbe già cambiato direzione nel 2013, ma il governo ha coperto tutto per vendere più copie del film I pinguini di Madagascar).

Ma quanto è lontana la singolarità? L’orizzonte in cui l’AI non imita, ma è?

Per il momento, lontana. Il modus operandi corrente non è particolarmente sostenibile a lungo termine, specialmente se ci si aspetta che continui a migliorare. 

Ma nel futuro, salutami Hal 9000.

By claradavid