Autonomia operativa con l’AI

In questo articolo parleremo di come ottimizzare l’infrastruttura aziendale esistente per raggiungere un livello di autonomia operativa con l’AI. Con l’autonomia operativa si intende la capacità dell’AI di agire in modo indipendente all’interno dei sistemi aziendali per eseguire compiti che normalmente richiederebbero l’intervento umano.

Recentemente, Anthropic ha introdotto una nuova funzionalità che permette all’Intelligenza Artificiale di interagire direttamente con i software già in uso in modo da ampliare le sue capacità. Questo sviluppo consente all’AI di assumere un ruolo operativo che gli permette di gestire attività aziendali in maniera più integrata ed efficiente, come se fosse un agente autonomo che utilizza il computer al nostro posto.

Sonnet 3.5: un salto di qualità per l’automazione dei processi complessi

Sonnet 3.5, l’ultima versione del modello di linguaggio di Anthropic, ha ottenuto un punteggio del 49% sul benchmark SWE-bench Verified con un miglioramento di 16 punti rispetto alla versione precedente. Questo benchmark misura la capacità del modello di risolvere problemi di programmazione e di automatizzare attività tecniche complesse. Il miglioramento ottenuto rappresenta un importante passo avanti nella capacità di Claude di affrontare processi complessi e ripetitivi, come la compilazione automatica di moduli o la creazione di interfacce digitali.

Questa innovazione segna un importante passo avanti nell’integrazione dell’AI per capire come ottimizzare la propria infrastruttura attuale per raggiungere l’autonomia completa aziendale. L’obiettivo è consentire una gestione più proattiva e autonoma delle operazioni, senza la necessità di revisioni infrastrutturali costose.

Come detto in precedenza, Anthropic ha sviluppato una soluzione che valorizza le tecnologie già adottate dalle aziende per consentire all’AI di interagire con l’interfaccia utente in modo controllato e regolato.

In questo contesto, il termine ‘controllato’ indica che le aziende definiscono a priori i confini operativi dell’AI: quali applicazioni può utilizzare, in che modo e con quali limitazioni per garantire un’autonomia operativa conforme alle policy e ai requisiti di sicurezza aziendali.

Il risultato? Una maggiore produttività e una migliore ottimizzazione delle attività aziendali grazie a una gestione che sfrutta l’AI per supportare operazioni complesse e ripetitive.

Claude come ‘agente operativo’: un supporto per i manager e team aziendali

Un aspetto chiave di Claude è la sua capacità di interagire direttamente con i sistemi aziendali come i sistemi di gestione ERP, CRM e software per il monitoraggio delle operazioni. Con le dovute autorizzazioni, che prevedono controlli di sicurezza e validazioni specifiche per garantire l’integrità dei dati e la protezione delle informazioni sensibili, Claude può utilizzare mouse e tastiera per navigare tra i software, compilare documenti e gestire processi operativi.

Claude diventa un vero ‘agente operativo‘, eseguendo diversi compiti come l’elaborazione di report, l’aggiornamento di database e la gestione degli ordini di produzione senza intervento umano. L’impatto è concreto: riduce il tempo dedicato dai dipendenti alle attività manuali e libera risorse per concentrarsi su aspetti strategici del business.

La corsa ai nuovi agenti AI

Autonomia operativa con l'AI

Lo sviluppo di Anthropic non è un caso isolato. Anche Google ha avviato il progetto Jarvis, un sistema progettato per ottimizzare la gestione delle attività quotidiane nel browser Chrome, distinguendosi per la sua capacità di semplificare e automatizzare operazioni complesse direttamente all’interno dell’interfaccia del browser per offrire un livello di integrazione maggiore. Tra queste, ci sono la ricerca online, gli acquisti e la prenotazione di voli. Mentre Claude di Anthropic è pensato per integrarsi con diverse applicazioni aziendali, Jarvis si concentra sulle operazioni svolte direttamente all’interno del browser.

Nel frattempo, OpenAI sta sviluppando un agente AI con funzionalità conversazionali avanzate, come la capacità di comprendere il contesto delle conversazioni su più turni e di eseguire azioni complesse su richiesta, distinguendosi per l’adattabilità a diversi scenari aziendali.

In parallelo, anche Apple adotta un approccio innovativo con la sua AI on-device, che consente già all’assistente di operare trasversalmente tra le app. Nei prossimi mesi, Apple prevede di migliorare la comprensione del contesto da parte dell’AI così da interpretare e rispondere alle attività sullo schermo. Ad esempio, se un utente visualizza un numero di telefono navigando nel web e dice a Siri ‘chiamalo’, l’assistente individua automaticamente il numero e avvia la chiamata.

Qual’è l’obiettivo di questi agenti AI?

Questi sviluppi dimostrano interpretazioni diverse del concetto di ‘agente AI’, con OpenAI e Apple che puntano entrambi a creare assistenti versatili, in grado di apprendere e rispondere in tempo reale alle esigenze degli utenti.

Questa competizione tra i principali attori tecnologici — Anthropic, Google e OpenAI — mostra diverse strategie con cui partecipare alla corsa verso agenti AI autonomi, pensati per supportare le aziende in modo proattivo e completo.

Dunque, come ottimizzare l’infrastruttura aziendale esistente per raggiungere un livello di autonomia operativa con l’AI?

L’innovazione viene spesso rallentata dall’impossibilità di rinnovare l’infrastruttura tecnologica principalmente a causa di costi elevati, complessità operativa e necessità di garantire la continuità dei servizi. L’introduzione degli agenti AI come i chatbot intelligenti o gli RPA (Robotic Process Automation), in grado di interagire con i software già presenti, rappresenta un fattore di forte semplificazione proprio perché permette di integrare soluzioni avanzate senza la necessità di riprogettare l’intero sistema. 

Superare le barriere infrastrutturali con l’AI senza costose sostituzioni

Autonomia operativa con l'AI

Il risultato? Barriere all’adozione ridotte e un valore concreto dall’AI su larga scala, anche in contesti caratterizzati da tecnologie datate. Un approccio che consente di accelerare il percorso di trasformazione digitale per ottenere l’autonomia operativa con l’AI, mantenendo al tempo stesso sotto controllo i costi e il rischio operativo, e posizionando l’azienda in modo più competitivo sul mercato.

Sfide e opportunità per un’adozione responsabile dell’AI

Le nuove potenzialità dell’AI portano con sé anche sfide rilevanti, soprattutto in ambito etico e di sicurezza. Anthropic ha introdotto misure rigorose per monitorare e prevenire usi impropri delle funzionalità avanzate. Queste misure includono l’uso di sistemi di rilevamento delle intrusioni, crittografia avanzata per la protezione dei dati e politiche di accesso basate su autorizzazioni specifiche per garantire la sicurezza.

Sono fondamentali per garantire che l’AI operi in modo responsabile riducendo i rischi di abusi, disinformazione e frodi. Inoltre, è essenziale bilanciare la rapida evoluzione tecnologica con una gestione consapevole. In questo modo l’innovazione potrà davvero migliorare la competitività aziendale senza mettere a rischio la fiducia e la sicurezza dei dati.

La sfida è prepararsi a sfruttare appieno le opportunità offerte dall’AI, mantenendo sempre al centro l’integrità e la sostenibilità del proprio business.

By nahuel