Un Giappone alla ricerca della crescita tra robot, arte e artigianato

Approfittiamo sempre dei nostri viaggi di piacere per esplorare cosa accade nei Paesi visitati. Inevitabile osservare il Giappone con un occhio particolare. Primo perché nelle nostre radici sta una cultura manageriale nata nelle fabbriche nipponiche e poi perché il Sol Levante sta affrontando da qualche anno una fase economica che in molto assomiglia a quella attraversata ora dall’Europa.

Da una parte abbiamo quindi avuto la conferma di come un certo approccio culturale al business (visual, sperimentale, progressivo e condiviso) che abbiamo conosciuto attraverso l’applicazione del Lean Thinking e più recentemente con il movimento del Lean Startup permei la cultura personale dei cittadini giapponesi. Lo si vede nell’organizzazione dei servizi pubblici, dei trasporti, della segnaletica e del retail.

Proprio a partire da questo abbiamo cercato di osservare le modalità con cui questo approccio si è sviluppato nel mondo del commercio e dell’artigianato. Abbiamo visto come la commistione tra diversi ambiti commerciali ed estetici sia la costante di chi sperimenta nuove soluzioni nelle grandi città come nelle piccole isole del centro sud, nei borghi tradizionali come negli spazi di maggior afflusso turistico.

Il bar Downstairs integrato con il concessionario Mercedes a Roppongi spinge al massimo il cross selling e integra magistralmente identità complementari.

Un ceramista a Kyoto si mette in vetrina nel centro urbano facendo produrre vasi che Patrick Swayze se li sognava ai turisti che affollano i dintorni. Nel frattempo espone le sue realizzazioni artigianali attorno allo spazio del workshop.

Una tipografia letterpress piazza una vecchia Heidelberg in vetrina in centro città e veicola progetti editoriali, servizi tipografici, prodotti grafici e stationery.

Poi ancora innumerevoli commistioni di luoghi di coworking e di retail, di produzione e di ristorazione nella consapevolezza che in un momento di crisi della domanda, con consumatori che capiscono il valore dei prodotti e dei servizi e sono attenti alla qualità di quanto offerto, bisogna coinvolgere i clienti, farli partecipare all’atto creativo, mischiare arte, artigianato, manifattura e digitale.

Robot futuristici insieme a tradizioni millenarie, templi buddisti tra i grattacieli di Tokyo, il postmoderno che si apre a nuove intuizioni. Sicuramente non basta a compensare uno scenario macroeconomico molto difficile, ma è quello che dal basso possono fare le iniziative dei singoli soggetti economici che resistono e si reinventano alla ricerca di nuove strade.

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By stefanoschiavo