Lean Thinking, intelligenza artificiale, robot e posti di lavoro

Qualche tempo fa avevo citato un articolo sull’approccio di Toyota a Industria 4.0. Interessante perché il rapporto con l’evoluzione tecnologica era descritto come guidato dall’uomo. Nella culla del Lean Thinking, la comprensione dei processi e del valore prodotto per il mercato prevaleva sulla tecnologia. Era facile ricondurre il racconto del manager alla tradizionale tensione del Lean management verso la gestione delle persone. Bisogna saper gestire le persone, Hitozukuri, per realizzare bene le cose, Monozukuri.

Toyota 4.0

Più in generale il rapporto tra nuove tecnologie digitali e lavoro umano è stato ed è tema di discussione molto frequente tra chi si occupa di management e innovazione. Una recente ricerca mostra un dato non sorprendente per chi legge lo sviluppo economico come un campo aperto e non come un modello fisso in cui la disponibilità di lavoro sia data.

Creare lavoro con i robot

Il lavoro si può creare e inventare, come sempre si è fatto. L’innovazione tecnologica offre campi d’azione e creatività inaspettati. Se si esclude la crescita demografica della popolazione, l’innovazione tecnologica è da secoli la principale fonte di crescita e lavoro. Avevo parlato di questi temi qua.

Ma i robot non ci stavano rubando il lavoro?

Sicuramente questo timore è diffuso. In una ricerca di dicembre 2018 della Pew Research si rilevava che

circa metà degli adulti americani (48 per cento) dice che l’automazione del lavoro attraverso le nuove tecnologie sul posto di lavoro abbia danneggiato i lavoratori americani, mentre solo il 22% afferma che abbia avuto un impatto positivo

Questo contrasta con l’entusiasmo con cui invece i dirigenti e i manager aziendali stanno accogliendo l’automazione. Un altro report più recente mostra infatti che l’atteggiamento del management è estremamente favorevole.

Il Report EIU che mostra i risultati del sondaggio attorno all'atteggiamento del manager nei confronti dell'automazione.

Sempre nel sondaggio precedente, la maggior parte degli intervistati teme invece che l’automazione genererà disuguaglianze e distruggerà posti di lavoro.

Circa i tre quarti degli americani (76%) dicono che la disuguaglianza tra ricchi e poveri aumenterebbe se i robot e i computer eseguissero la maggior parte dei lavori attualmente svolti dagli esseri umani entro il 2050

L’arrivo dei robot in Spagna

La ricerca (di Michael Koch, Ilya Manuylov e Marcel Smolka) cui accennavo all’inizio mostra qualcosa che invece ci fa ben sperare. È basata su dati di occupazione provenienti da industrie spagnole dal 1998 a oggi. La Spagna è uno degli stati europei con maggior adozione di robot negli ultimi anni. Il grafico riportato dai ricercatori parla chiaro.

Il grafico che illustra l'andamento dell'occupazione in Spagna rispetto all'adozione di robot

Le conclusioni sono un po’ tecniche, ma spiegano bene i risultati.

Abbiamo portato nuove evidenze sulle implicazioni dell’automazione della produzione attraverso l’uso della tecnologia robotica. La novità sta nel concentrarci sulle determinanti e le conseguenze dell’adozione di robot a livello di singole aziende. Diamo peso e attenzione a un meccanismo finora trascurato, vale a dire che gli adottanti di robot espandono la loro scala di attività e creano posti di lavoro, mentre i non adottanti subiscono effetti negativi sull’occupazione in particolare di fronte a una concorrenza più dura con le imprese ad alta tecnologia. I guadagni di produttività aggregati sono in parte dovuti alla sostanziale riallocazione all’interno dello stesso settore delle quote di mercato e delle risorse a seguito di una maggior diffusione della tecnologia dei robot e di una polarizzazione tra adottatori di robot ad alta produttività e non utilizzatori a bassa produttività.

Tutto bene? Abbandoniamo i dubbi sull’automazione e la tecnologia e partiamo spada in resta verso un futuro magnifico e progressivo? Non proprio.

Tecnologia e creazione di valore

Il modo in cui la tecnologia digitale si adotta può far la differenza. Come sempre le soluzioni sono solo il modo in cui raggiungere il risultato. Ma il valore creato è qualcosa che viene prima e deve essere ben pensato. C’è una sostanziale differenza nell’utilizzo della tecnologia e di processi di innovazione per estrarre valore o per crearlo, come spiega bene Mariana Mazzucato nei suoi libri.

Un caso di adozione di tecnologia interessante è quello di Moxi, un robot infermiere progettato in collaborazione con… le infermiere. Il risultato, raccontato in questo articolo di Fast Company è un bel riferimento per capire i diversi “frame” in cui vivono umani e robot.

Il robot Moxi all'opera. Progettato e costruito secondo una visione connessa alle impostazioni del Lean Thinking.

Moxi, progettato e costruito dalla Diligent Robotics di Austin, non sta cercando di comportarsi da infermiera. Piuttosto, i fondatori di Diligent Robotics, Andrea Thomaz e Vivian Chu, hanno progettato il loro robot per eseguire circa il trenta percento delle attività che per gli infermieri non comportano l’interazione con i pazienti, come fare commissioni o consegnare campioni per le analisi in laboratorio.

Il robot si occupa di mansioni operative che alleggeriscono il lavoro delle infermiere. Queste non vengono sostituite, ma si possono dedicare agli aspetti a maggior valore aggiunto. Essenzialmente a sviluppare un confronto più empatico con i pazienti senza vedere i proprio tempo sprecato nello spostare medicinali da un cassetto all’altro.

Luciano Floridi, ne La quarta Rivoluzione, spiega come l’intelligenza artificiale si muova molto bene in ambiti sintattici complessi. L’uomo invece prevale, e prevarrà per molto, negli ambiti semantici. Dove serve comprendere il significato e uscire dal “frame” specifico per cui si è stati progettati, non c’è partita.

I risultati del premio Loebner e qualche conversazione con Mitsuku possono illustrare concretamente la differenza.

L'intelligenza artificiale Mitsuku, pur vincitrice di molti premi Loebner, evidenzia i limiti del campo sintattico in cui agisce una macchina. Diverso è per l'uomo che, grazie anche al Lean Thinking, sa muoversi meglio nell'ambito semantico

Si allontanano le speranze di avere macchine a guida autonoma completamente indipendenti dall’uomo in ogni contesto di guida. Servirebbe un’intelligenza semantica non ancora alla portata delle nostre tecnologie. Più facile pensare a corsie dedicate nelle autostrade, anelli fissi nelle città o navette universitarie che si muovono bene in contesti sintattici definiti, ossia “frame” progettati appositamente.

La lezione del Lean Thinking

Cosa capiamo da tutto questo?

Essenzialmente una importante lezione.

Se si vuole adottare una tecnologia digitale, e si deve fare in quasi tutti i contesti industriale ed economici per preservare posti di lavoro e crearne di nuovi, bisogna comprendere il valore che sta dietro la tecnologia. Questo richiede competenze che superano quelle verticali legate al know-how scientifico. Servono gli strumenti del Lean Thinking (e Lean Startup) e dell’Agile management. Serve una visione del mercato che mette al centro il cliente, che riduca la complessità e che si fondi sulle persone.

Conclusioni

Ho svolto recentemente un workshop su questi temi con due importanti aziende di settori molto diversi. In entrambi i casi, lavorando su progetti reali e utilizzando tecniche di analisi e confronto fondate su Lean Thinking, Agile e Design Thinking, tutti i progetti sono stati riletti con un’ottica nuova.

Si è spostato il punto di vista da quello interno legato agli asset aziendali a quello esterno che si fonda sul punto di vista del cliente. Sono nate intuizioni interessanti e più di tutto è emerso un modo di progettare l’innovazione guidato dal confronto aperto tra i partecipanti.

Il workshop dedicato al Lean Thinking e al Lean Startup adottati come framework per progetti di innovazione digitale.

L’empatia e la visione imprenditoriale hanno prevalso sulla tecnologia, ma non l’hanno limitata. Piuttosto l’hanno ridefinita come fonte del valore e della crescita aziendale. Da anni il Lean Thinking ha insegnato a cambiare il punto di vista e a costruire il valore leggendo diversamente il contesto. Oggi la possibilità di farlo per lo sviluppo di nuove tecnologie e l’innovazione sui mercati diventa stimolante e appassionante.

A breve un nuovo progetto mi permetterà di analizzare ancora più questi temi e vi terrò come sempre aggiornati. Stay tuned.

By stefanoschiavo